Tuesday 24 October 2017

Parte Prima


Nella classe situata nel seminterrato l’ora di filosofia iniziò all'ora esatta. Tutti gli studenti avevano gli occhi fissi sulle pagine scritte e neanche un’immagine appariva sotto la luce accecante del neon. Fuori, nel frattempo, il cielo tetro e grigio rendeva cupo e tenebroso ogni angolo del cortile interno della scuola. Vi erano solo alcuni sprazzi di luce qua e là, provenienti dalle classi assorte nel loro studio.

La professoressa cominciò la spiegazione: Kant, il tempo, lo spazio, il mondo. Gli alunni ascoltavano, chi con interesse, chi con indifferenza, e il tempo passava piano. C’era chi guardava fuori dalla finestra, chi leggeva il diario. Concentrazione, poi un colpo assordante, e tutti quanti si voltarono indietro verso l’angolo più lontano dalle finestre. Una sedia era a terra accanto al termosifone bianco. Uno studente sbadato l’aveva fatta cadere creando lo scompiglio più totale. La professoressa fece un’occhiata e senza dire niente riprese a spiegare. Piano piano gli animi degli studenti si calmarono e ritornò il silenzio. La lezione continuò il suo corso per un altro quarto d’ora. Il cortile era silenzioso, ma già una pioggia fine fine aveva cominciato a battere sul campo di pallavolo. Guardando dalla finestra, la struttura della scuola sembrava abbandonata, senza vita. Per quanto tu cercassi, non scorgevi anima viva per i corridoi bianchi della scuola, ma la situazione era destinata a cambiare.

Mancavano cinque minuti alla campanella quando la spiegazione fu interrotta nuovamente. Stavolta fu un tonfo improvviso. La professoressa, seccata, si guardò intorno e incrociò gli sguardi sorpresi degli alunni. Poi, per caso, volse l’attenzione al cortile e rimase inorridita. Un corpo giaceva ai piedi della scala antincendio, intriso di sangue e di acqua piovana. L’immagine era veramente macabra. La professoressa lanciò un urlo e subito uscì dalla classe. Non c’era nessuno in giro, nemmeno i bidelli. Non potendo rivolgersi alle scrivanie vuote, corse subito verso il luogo del misfatto. Dall'uscita di sicurezza assistette allo stesso spettacolo spaventoso. Tra le pozzanghere una chiazza rossa avvolgeva il corpo senza vita di un adolescente. Il volto era sfigurato, una mano mozzata. La professoressa levò un grido ancora più acuto, risvegliando le menti assonnate in una mattina piovosa.

No comments:

Post a Comment